Faenza 10 anni di edilizia – terza parte 2010-2020

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L’inizio del Nuovo Secolo.

Un periodo breve, ma estremamente controverso per la storia urbana che la città ha messo in campo in questi dieci anni di transizione, costellati da aspettative, delusioni, sogni e progetti.

Dopo i primi due volumi (dal 1900 al 1950 e dal 1950 al 2010) questa terza pubblicazione, a cura di Ennio Nonni, completa la cronistoria delle trasformazioni della città di Faenza fino al 2020.

Dieci anni difficili per la città guidata dal sindaco Giovanni Malpezzi, iniziati con una crisi economica senza precedenti e conclusi nel pieno della pandemia Covid.

Un periodo molto recente, quello che viene raccontato in questo volume (152 pp con oltre 150 foto a colori) e proprio per questo più intrigante, per il fatto che si conoscono gli attori, si ricordano le vicende, in molti casi si vedono i risultati raggiunti o auspicati.

Dieci anni sono un periodo temporale significativo per una città.

Dalla crisi generale che ha accompagnato Faenza in questi dieci anni si potrebbe dedurre che la città si sia fermata; in realtà alcune iniziative raccolte nel volume, che tanto scalpore hanno fatto, sono destinate a essere ricordate in futuro nella storia della città.

Ad esempio il parco delle Bocche dei Canali, il piano della sosta in centro storico, il recupero della “casba” di via Fornarina, i Salesiani, l’esposizione archeologica al Mazzolani, l’Arena Borghesi nello stradone, i due nuovi musei di arte moderna (il Map e il Must).

Ma anche le divergenze curiose che hanno accompagnato il nuovo piano urbanistico del 2015 fino ad arrivare alle controverse questioni urbanistiche sul finire di legislatura, i pochi significativi lavori pubblici e un’attività edilizia privata che è passata dall’euforia dei primi anni 2000 alla stasi totale.

Sono passaggi significativi di questa nuova pubblicazione che documenta gli edifici privati più belli del decennio, le lottizzazioni realizzate e quelle incompiute riprese da viste aeree, oltre ad un punto di vita sulle inevitabili occasioni perse dalla città.